Resoconto Assemblea Ordinaria 20 Gennaio 2019

Buon giorno. Grazie per essere intervenuti. Grazie della vostra presenza.

Anche il 2018, cioè l’anno appena trascorso,  è stato ricco di impegni e di attività realizzate. Tutti gli eventi riportati nel programma annuale ed approvato dal Direttivo all’unanimità, e non solo, sono stati realizzati. Ed in ogni evento si è raggiunto lo scopo che ci eravamo   dati, cioè  fraternità,  spiritualità , conoscenza reciproca,   sviluppo di amicizia ,di stima e rispetto. Abbiamo fatto un bel percorso.

Ad ogni attività, ad ogni evento, come anche al soggiorno, vi è stata sempre una bella partecipazione. In ogni evento  abbiamo, in sostanza, raggiunto il massimo  anche a livello di promozione  della nostra associazione. Basti pensare alle manifestazioni connesse alla chiusura del  soggiorno estivo,  quanta commozione per l’addio dei malati e dei volontari, soprattutto di quelli più giovani.

Io penso che l’Unitalsi cresca e si consolidi con la partecipazione. Solo la partecipazione apre la strada ad altri ingressi. Quindi, se vi è carenza di adesioni, se nuove leve non arrivano, la colpa è in primo luogo  nostra perché, evidentemente, non riusciamo a far trasparire quello stato di grazia che dovrebbe contraddistinguerci  e che è propria   di chi vive il vangelo della concretezza,  del darsi  senza riserve e gratuitamente.  La gratuità è un valore imprescindibile per un unitalsiano vero.

Mons. Bressan, il nostro Assistente Nazionale ci dice che “per ascoltare Gesù basta il Vangelo, basta utilizzare i talenti che ci sono stati affidati. Sta a noi farli fruttificare: camminare, andare, ascoltare,  essere dei viandanti e vivere la straordinaria esperienza di umanità”

Mons  Galantino,  ci da questo mandato: “ Voi sapete fare bene i pellegrinaggi e questo dovete fare: portare gli ammalati a incontrare Gesù nei luoghi dove è più cercato: i santuari. Poi anche i soggiorni, le giornate di fraternità, i servizi di assistenza e di supporto sul territorio vanno bene”

“Il pellegrinaggio  è Chiesa che cammina, è bellezza di Dio che si riflette nella vita di ciascuno. E’ bellezza di senso da vivere e custodire. E’ stupore.  E’ scoperta. Senza il pellegrinaggio l’ unitalsiano  perde un pezzo del proprio cuore. Non passare dall’altra parte, ma rimanere dentro un percorso  che sappia anche radicarsi sul territorio e sulla vita delle persone.”. Questo raccomanda  il   nostro Presidente Nazionale.              

Ecco, questo il quadro. A ciascuno di noi la propria risposta individuale ed associativa.

Molti spesso si lamentano della poca formazione. Posso assicurarvi che le persone che più si lamentano, meno partecipano, meno si vedono quanto organizziamo incontri per questo scopo.

Ma, come già detto,  la prima formazione è data  dalla partecipazione. Essa  sviluppa la conoscenza, la stima reciproca, il rispetto, l’amicizia e rafforza il vincolo associativo .

 Poi anche l’ascolto, l’apprendimento e la messa in pratica della Parola  trasmessaci dalla lettura della Sacra Scrittura, da ciò che lo spirito Santo detta alla nostra coscienza e da ciò che ci dicono i nostri Pastori, da coloro che il Signore e la Chiesa ci  hanno dato come guida spirituale, ci forgiano ulteriormente e rendono molto più bello e significativo il nostro Servizio all’ammalato.

Noi non siamo una pia unione che si mette insieme perché non ha altro da fare. 

Noi facciamo parte di un’associazione  pubblica di fedeli. Associazione pubblica. Non privata.  Un’associazione privata   è tale perché si costituisce privatamente  e poi  chiede  il suo   riconoscimento all’autorità  ecclesiastica. 

L’Unitalsi invece è  pubblica, ed “è dotata  di personalità giuridica   canonica,   per formale erezione della Conferenza Episcopale Italiana  ed è civilmente riconosciuta dallo Stato Italiano  come Ente Ecclesiastico” ( arti 1,  comm. 2 dello Statuto).

L’ Unitalsi  agisce in nome e per conto della Xsa,    ed ha il  preciso mandato  di “svolgere un servizio  verso e con gli ammalati, promuovendo il culto Mariano, mediante la preparazione, la guida,  e la celebrazione dei pellegrinaggi a Lourdes e negli altri santuari Italiani ed Internazionali “( art. 2, comma 1 dello Statuto)

Anche se laici, abbiamo un compito importantissimo. Agire in nome e per conto della Xsa, dei Santi Padri, dei Vescovi, dei Parroci, con il peculiare mandato di aiutare  e servire   i nostri  amici  ammalati e disabili,   corroborandone la fede e la speranza. 

Molti di noi hanno, infatti,  anche il mandato di ministro straordinario dell’eucarestia e della consolazione.  

Nei  nostri eventi, siano essi Giornate di Fraternità, incontri di formazione, soggiorni, pellegrinaggi, non manchi mai la celebrazione eucaristica.

Anche le mini gite  e le serate ludico ricreative vanno bene, perché si è contenti, si ha voglia di partecipare, di uscire da casa, di vivere comunque la città, di socializzare, ma  i nostri incontri completi sono quelli in cui è prevista anche la celebrazione dell’Eucarestia.

Poi, come  ci ha  ricordato papa Francesco, “per ricevere la comunione non bisogna essere puri.  L’eucarestia  non è il premio dei perfetti, ma è  il pane  della misericordia  per quanti si riconoscono  peccatori”

Amore, fraternità, solidarietà, gratuità vanno benissimo, ma  se si  parte  dalla celebrazione eucaristica  è molto più bello, più  ricco, più profondo.

E’ nella celebrazione che si diventa veri discepoli di Gesù.     

Tutti dobbiamo avere  la consapevolezza   che la   Fede e la comunione fraterna si sviluppa e si rafforza   con  la partecipazione all’Eucarestia.

Una  Fede che non è fine a se stessa, ma va  testimoniata, donata, trasmessa  come un  gomitolo che  si srotola nei tempi passando da generazione in generazione, da genitori in figli fino alla fine dei tempi. 

Ma per trasmettere e/o donare una cosa bisogna averla, possederla.

Non si può trasmettere o donare una cosa che non si ha.

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Franco Mariani